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Covid-19, linguaggi e gratitudine

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Sono toccata e infastidita dal linguaggio che molti hanno iniziato a usare per la situazione sanitaria che stiamo vivendo a causa del Covid-19: “Siamo in guerra, abbiamo un nemico ... abbiamo bisogno di armi per combattere...“ sono alcune delle espressioni che sento usare e che non so cosa dovrebbero mobilitare: la voglia di reagire o il patriottismo? O forse dovrebbero solo rendere lecito qualsiasi provvedimento di restrizione delle libertà che venga messo in atto?  A mio avviso è molto rischioso parlare in questi termini per due motivi:  1 le guerre ci sono davvero, e questo io non riesco proprio a sopportarlo. Solo in Siria per esempio sono morte    384.000 persone negli ultimi 9 anni di guerra ininterrotta, tra queste c’erano anche bambini, tanti tantissimi bambini. E nessun cantante gli ha dedicato due ore di musichette gratis o altre cose che vedo in questi giorni e che mi irritano un pochino.  2 il “nemico” sarebbe portato in casa dalle persone, amici parenti, colleghi,