dell'allattamento, delle cordate, della perfezione del femminile
Alcuni
giorni fa ero coinvolta in ua conversazione fra conoscenti, uomini di
circa sessant'anni tra cui uno già nonno. Un'altro raccontava del
suo recente viaggio in Africa dove si era trattenuto per qualche mese
e desriveva una scena in cui una madre allattava la sua bambina che
lui descriveva come grandicella "avrà avuto più di un anno".
Il nonno a quel punto controbatte "cosa vuoi che ci sia là
ormai - dice riferendosi al seno – sarà acqua". Ci tengo a
precisare che provo affetto e stima per queste persone e che non mi
aspetto che una persona di sesso maschile nata negli anni '50 abbia
potuto sviluppare una grande sensibilità all'allattamento al seno.
Però lui è un nonno e gli altri due lo saranno probabilmente in un
futuro prossimo. Allora non ho potuto trattenermi dal fare cultura
dell'allattamento e mi sono affrettata a dire che io ho allattato mio
figlio maggiore per circa due anni (il secondo ha due mesi ed è
sempre felicemente attaccato al seno). Poi la discussione è
scivolata via su altri aneddoti africani. Qui però voglio
aggiungere: che fortunata quella bambina africana. E' vero, come
sottolineva il nonno che forse quella madre non aveva altro da
offrire da mangiare alla piccola e questo non va dimenticato. Però
quel latte non è acqua! Il latte materno che si offre a un bimbo di
un anno è ricco di anticorpi, è un concentrato di sostanze
benefiche per proteggere la bocca, lo stomaco e tutto l'intestino del
bambino da infezioni. C'è anche l'acqua sì, dentro quel
latte del dodicesimo mese, ma un'acqua pura, microbiologicamente
filtrata (!) e ricca di sali minerali.... In Africa e anche in
Italia!
Siamo
costantemente impegnate nel creare una cultura più sensibile
all'allattamento, più sensibile alle donne e alle loro enormi
capacità di nutrici. Le donne creano e nutrono il futuro
dell'umanità. Dobbiamo sotenerci e proteggerci costantemente l'una
con l'altra anche nelle occasioni più semplici e quotidiane.
Ho
notato ultimamente quello che mi era stato reso evidente qualche anno
fa da una donna, una scrittrice che cercava di far pubblicare i suoi
libri: lei mi diceva che nel campo dell'editoria le donne non sanno
fare "cordata". Ed è vero anche in questo nostro mondo di
doule, consulenti, osteriche: non si è capaci di trainarsi l'una con
l'altra, la competività è sempre in agguato, non si è capaci di
introdurre la "collega" in una situazione dove abbiamo già
un po' di spazio personale, non si è capaci di darsi il cambio alla
testa della cordata, non si è capaci di chiamarsi cordata (o
collettivo, o gruppo) ma c'è sempre il bisogno di comparire come
singole. Che fatiche! Quanto sono alte le montagne scalate da sole.
Tornando
all'allattamento... Che meraviglioso processo! Come nella gravidanza
e soprattutto nel parto, anche nell'allattamento scorgiamo la natura
complessa di noi esseri umani: accanto alla natura, alla biologia,
gli aspetti culturali e psicolgici, indissolubilmente attorcigliati
attorno all'animo della donna. Allora la brava consulente o doula o
osterica devono essere capaci, davanti a un "problema" di
allattamento, di chiudere gli occhi per annusare l'odore che emana da
questo groviglio, e trovare la nota dello spirito di quella donna che
cerca di emergere e dirci qualcosa. Allora noi potremo risuonare
quella nota e la renderla udibile a quella donna che ci ha cercato:
forse non le piacerà e tornerà a chiudersi le orecchie, forse
invece inizierà a cantare.
E
tutto questo non è scientificamente dimostrato! This is not evidence
based!
Però
c'è chi nel mondo scientifico e medico ha ormai enorme fiduca nelle
capacità delle donne, o meglio nella perfezione dei processi
fisiologici dei loro corpi. Tanto da dire: non interferiamo! Non
iterferiamo con i processi di gravidanza, parto e allattamento a
livello medico perchè gli interventi non necessari hanno conseguenze
sul piano della biologia e della psicologia di una donna e in fine
sulla salute di madre e figlio. Piuttosto proteggiamo! Proteggiammo
la fisiologia, lo spirito unificatore della mente e del corpo. Dal
mondo medico e scientifico questa convinzione dovrebbe ritornare alle
donne però. E' compito delle donne riapproriarsi della propria
potenza e della fiducia in se stesse.
Io
inizierei a riportare la gravidanza fisiologia sotto la protezione
dell'ostetrica togliendola al dominio del ginecolgo. E a tutte le
donne che mi contattano prima e dopo la nascita dei loro cuccioli
ricordo che è l'ostetrica la figura sanitaria preposta a seguire la
donna durante gravidanza, parto e puerperio. Proviamo a restare tra
donne, proviamo a fare cordata.
Siamo
noi quelle che devono illuminarsi le une con altre. Non possiamo
aspettare che sia il mondo scientifico a convincerci che siamo
perfette. (perfette nel senso originario del termine, cioè compiute,
complete). Non abbiamo nulla da farci restituire dal medico. Anzi, la
maggior parte delle volte le donne tornano dalle visite ginecologiche
in gravidanza, con un senso di inadeguatezza e di ansia e con la
domanda: sarò capace di?
E'
come se ci fosse stata tolta la padronanza sul nostro corpo, con
tutte le conseguenze che conosciamo. E ora aspettimao che chi c'è
l'ha tolta ce la restituisca? Non avverrà mai. Dobbiamo
riprendercela noi. Cominciamo da noi stesse, dal nostro corpo.
Purtroppo
è più difficile farlo con tutti quei corpi di donne appesi nei loro
pezzi più rotondi ai muri delle città, mostrati vibrare a tutte ore
nella televisione (da vari anni non ce l'ho ma mi dicono che è
ancora così). E' più difficle farlo con quei corpi di donne venduti
sotto le mie finestre (abito in un "brutto quariere"). Lo
spirito unificatore, quando c'è tutta questa distanza tra corpo e
anina, si lacera, a volte si psezza per sempre, e sarà impossibile
restiruire integrtità a quella donna e sarà un'altra ferita per
tutta l'umanità.
Nella
maggior parte dei casi però, fortunatamente non c'è nessun pappone
che ci tiene in ostaggio.
Proviamo
a non essere ostaggio di noi stesse.
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